Si ritorna a viaggiare per le strade della Patagonia, partenza da Puerto Natales di primissimo mattino, destinazione Ushuaia, ultima tappa di questo tour patagonico e città più a sud del mondo.
Per raggiungere la "fin del mundo" in Tierra del Fuego occorrono 12 ore di viaggio in autobus...
Attraversiamo lande desolate nel sud patagonico, popolate più da animali che da uomini, orizzonti piatti, solo di rado interrotti da alture oppure ondulazioni del territorio. Poi la linea dell'orizzonte si fa blu ed è il braccio di oceano conosciuto come Stretto di Magellano, collegamento, per lungo tempo l'unico agevole, tra Atlantico e Pacifico, interamente cileno.
Varchiamo lo stretto su di un traghetto e approdiamo ancora in territorio cileno sull'isola della Terra del Fuoco. Il paesaggio rimane simile a quello della patagonia continentale, con le sterminate estancias a pascolo bovino, ovino, equino. Superiamo nuovemente il confine tra Cile e Argentina nei pressi di San Sebastian, con le stesse modalità già sperimentate: strada sterrata di collegamento fra i due paesi e formalità burocratiche alle due dogane.
Da qui in avanti la strada costeggia l'Atlantico per un tratto, per poi dirigersi decisamente a sud verso il lago Fagnano e la catena dei monti della Terra del Fuoco, ultima propaggine dell'infinita cordigliera andina.
Qui il paesaggio cambia e diviene "alpino", tra laghi, vette acuminate, ghiacciai rilcenti, foreste rigogliose.
Finalmente in serata si giunge alla città di Ushuaia giusto in tempo per godere del tramonto, che proietta una calda luce sulle vette che contornano la baia.

Mezza giornata dedicata alla navigazione via catamarano nel Canale di Beagle ad ammirare i paesaggi di Tierra del Fuego a nord (Argentina) e Isla de Navarino a sud (Cile).
Le tappe d'obbligo sono su isolette che costellano il canale.
Prima tappa appena al largo di Ushuaia è l'isola dei cormorani, letteralmente ricoperta da esemplari di questa specie: una chiassosa colonia di uccelli pescatori.
Seconda tappa è al famoso faro di Ushuaia, anch'esso "abitato" da una colonia di cormorani.
La navigazione prosegue, osservando sul lato cileno l'agglomerato urbano di Puerto Williams, ultimo remoto paese a la fin del mundo, molto più piccolo di Ushuaia e quindi non contendente a quest'ultima il titolo di "città più a sud del mondo".
Finalmente giunge la tappa dell'isola dei pinguini: è un vero spettacolo quello offerto dai simpatici animaletti, che apparentemente indisturbati dal catamarano, anzi semmai un briciolo incuriositi, sembrano continuare nelle loro occupazioni abituali... pulizia del piumaggio, passeggiare barcollando buffamente, litigare coi propri simili...
Questo è sicuramente il pezzo forte di tutto il tour nel canale, con possibilità di osservare da vicino la vita dei pinguini. Addirittura un operatore autorizzato ha accesso sull'isola consentendo di passeggiare sui pinguini... (n.d.r. speriamo sia stata valutata attentamente l'influenza antropica su queste bestiole).
Il giro termina all'estancia Dickson, volendo visitabile, per poi ripercorrere a ritroso i circa 40 km percorsi nel canale.
Il rientro è decisamente più ballerino dell'andata, con forti venti da Ovest che si sono alzati ormai nelle ore centrali della giornata, che però hanno anche ripulito il cielo regalandoci visuali più limpide sui due lati del canale.

Pomeriggio ad esplorare le montagne che sovrastano Ushuaia. Si parte dal centro città e ci si "arrampica" verso i quartieri alti fino a entrare nel fitto dei boschi di faggio australe. I rumori della città giungono ancora, attutiti, ma si osserva una natura rigogliosa.
Poi ai 600 m di quota la foresta cede il passo alla prateria e alle pietraie, sempre dominati da severe quinte rocciose. Colmati 800 m circa ecco lo specchio lacustre del Medio, dal classico aspetto di laghetto d'alta quota... qui però siamo a quote poco più che collinari!
La tormenta incombe, ma ormai la cima è vicina e fatto l'ultimo sforzo su vaghe tracce per detriti mobili giungo al balcone del Cerro del Medio, solo per qualche scatto ricordo e una cauta sbirciatina verso Ushuaia. Il vento infatti urla paurosamente e ci si sente letteralmente trasportati in volo, tra un mulinello e una raffica. Intanto cade anche qualche cristallo nevoso...
Velocemente riprendo la via del ritorno, cercando un po' di tepore e riprendendo il dolce paesaggio più a valle.