...Beh ecco il racconto del mio secondo Selvaggio Blu, EXTREME version.
Eh si, l'appellativo di extreme si adatta perfettamente a questa nuova avventura sarda, infatti l'intenzione della guida era quella di ripercorrere i vecchi sentieri dei pastori e trovare una via 'percorribile' tra Cala Goloritze' e Ispuligidenie , il tutto sulla costa, tempo fa impossibile da concepire.
Nella lingua di Baunei per indicare un luogo difficile da percorrere, ripido e pericoloso si usa la parola "ledere",indica infatti le conseguenze di un 'volo' mentre si tenta di attraversare il suddetto luogo.
Proprio alcuni 'ledere' sono quelli che abbiamo affrontato in questa versione del Selvaggio Blu.
Marcello Cominetti, la guida, con un suo amico ed i 'Ragazzi della grotta del Fico' hanno 'attrezzato' un tratto di
arrampicata e ripulito alcuni vecchi sentieri dei pastori ormai abbandonati proprio per riportare in vita
un antico percorso che i locali usavano tanto tempo fa ....e noi siamo stati i primi a ripercorrerlo ed inaugurare il tratto
di arrampicata!!!!
Gia', noi siamo stati i primi farlo, abbiamo fatto da cavie insomma, con tutte le incognite, timori e avventure che ci 
aspettavano dietro l'angolo (o dietro il ginepro in questo caso), alcuni tratti erano da rendere percorribili e altri tutti da scoprire sempre con l'obiettivo di trovare la via migliore.
La prima tappa (Ovile Su Idileddu) ricalca al 80% la prima tappa del selvaggio blu originale, ma si discosta per quanto riguarda il luogo di pernottamento in quanto abbiamo dormito in un ovile invece che in un prato e questo ci ha evitato una lavata notturna, (grazie Marcello :-) )

Piccola nota: la guida, vista l'alta difficolta' del trekking,ha organizzato il trasporto via barca di tutto quel materiale
'sacrificabile' ossia quelle cose che pesano e non servono per il cammino (sacchi a pelo, materassini, vasi cinesi...etc.etc) quindi gli zaini erano 'relativamente' leggeri e vi assicuro che questo ha aiutato parecchio.
La seconda tappa (cala Goloritze') inizia a farci capire che il trekking non sara' uno scherzo, iniziamo a seguire 
la guida in salite e discese impensabili nei vasti gineprai, canali, frane, pietraie, su sentieri praticamente inesistenti, su un terreno da noi soprannominato 'la sbrisolona', perche' e' esattamente come il dolce di Mantova, qualunque cosa tocchi si sbriciola e frana;in questi luoghi impari a camminare leggero e a non tirare nessun sasso o radice, fidatevi.
Il nostro peregrinare ci porta a Cala Goloritze' dove ci accampiamo per la notte e diamo anche sostentamento a due ragazzi francesi che tentavano di fare il selvaggio blu classico, ma rimasti a corto di cibo e acqua erano costretti a rientrare.
Il bello deve ancora venire: passata la notte sotto un riparo degno di Bear Grylls che mi ha ben protetto dalla immancabile spruzzatina di pioggia notturna, si riparte per il primo tratto spettacolare,ossia il lungo traverso costiero che ci portera' a Cala Mariuolu - terza tappa.
Considerata la difficolta' e rischiosita' della tappa, ci raggiungono Claudio e Franco, i 'Ragazzi della grotta del Fico nonche' due guide locali e amici di Marcello.
Dopo vari stupendi ravanamenti costieri arriviamo al famoso 'sentiero attrezzato', spettacolare, con passi di arrampicata di IV+ su uno spigolo a picco sul mare che definire esposto e' riduttivo!
Visto che la difficolta' non era abbastanza (!!), il meteo ci mette lo zampino con l'arrivo di un bel temporale improvviso, con tanto di tuoni,che ci sorprende proprio nel bel mezzo del passaggio,lascio pensare a voi in che stato abbiamo fatto quel tratto assicurati ad un cavo d'acciaio, ma non si poteva rimanere li', era obbligatorio affrontarlo e superarlo.. e anche in fretta, questo e' Sevaggio Blu: imprevedibile, selvaggio, rischioso, preistorico...insomma stupendo!!
Arriviamo a Cala Mariolu e ci accampiamo sulla spiaggia come naufraghi, ultimi sopravvissuti di un antico mondo perduto, 
quasi temendo da un momento all'altro l'apparizione di un TRex da dietro una pietra.
La 4 tappa (Grotta del Fico)  ci attende con altri paesaggi mozzafiato, ma qui abbiamo una defezione, una delle ragazze ritiene di non poter proseguire, si organizza un recupero via mare per lei, un'altra ragazza e' indecisa, ma alla fine decide imdomita di proseguire.
Istruita colei che passera' via mare sul dafarsi per il randevouz con il gommone, ripartiamo per raggiungere la grotta del Fico , che approcciamo con una calata spettacolare dalla scogliera !!!!! Calarsi nel vuoto da uno strapiombo a picco sul mare ed atterrare ad un passo dai marosi ritengo sia una delle esperienze piu' belle.
Ospiti della grotta, passiamo la serata in un luogo meraviglioso, ancestrale, magico ma con un unico neo: le zanzare, che evidentemente aspettavano dei polli da succhiare e direi che avevano proprio fame.

5 tappa: Cala Sisine......dico solo: stupenda!!! lasciamo la solita ragazza alla grotta in attesa del gommone che passera' prima a prendere lei e poi noi alla fine del trekking, molliamo il solito materiale per scaricare gli zaini e viaaaa un altro lungo traverso sulla scogliera, tra calate, salite, arrampicate, grotte e spruzzi d'acqua del mare, che nel frattempo stava 'montando' sempre piu'.
Infatti ecco puntuali le ultime notizie: il mare e' troppo agitato, il nostro recupero non potra' avvenire via gommone e quindi occorre organizzarlo via terra, mediante fuoristrada, ma il problema piu' serio e' che la ragazza rimasta alla grotta del Fico non puo' essere recuperata perche' le onde enormi martellano la scogliera ed il gommone non si puo' avvicinare, c'era il rischio che lei dovesse passare la notte da sola in grotta e noi non avremmo avuto il materiale per un eventuale pernottamento di emergenza.
Con queste novita' avanziamo verso Cala Sisine a velocita' della luce, attraversiamo la foresta sospesa di Biriola come razzi perche' sappiamo che poi dovremo fare un pezzo in piu' nell'entroterra per raggiungere il fuoristrada e non vogliamo farci cogliere dal buio, ma mentre affrontiamo le ultime 4 calate, tra i vari punti in cui i cellulari acchiappano, ci giunge una bella notizia: la ragazza e' stata recuperata con successo, sana e salva!!! Grandii!!
Questo e' stato possibile grazie alle grandi capacita' e coraggio dei ragazzi sardi che hanno fatto si che la ragazza buttasse prima i sacchi con il materiale sul gommone e lo centrasse soprattutto! (gommone manovrato con destrezza), poi lei si e' tolta e lanciato i vestiti e scarponi e alla fine 
...lei si e' buttata in mare tra le onde ruggenti aggrappandosi ad una cima lanciata dal gommone che l'ha recuperata,che avventure fiulassi!!
Rincuorati, noi nel frattempo proseguiamo piu' sereni e raggiungiamo la meta: Cala Sisine!!!!! Evviva!!! 
Veloci foto di rito e via nuovamente nell'entroterra per raggiungere il fuoristrada che ci portera' all'albergo, alla civilta' ed a una birra fresca!
Birra lungo la strada per festeggiare il compimento dell'impresa e lunga doccia calda strameritata!!!
Che dire: se il primo selvaggio blu mi aveva entusiasmato, questo mi ha SUPER/Straentusiasmato!!  Certo ci sono stati momenti di 'timore', incognite sulla via da intraprendere, avanti-indietro per cercare il passaggio migliore, ma sempre in sicurezza, Marcello  e le guide locali si sono sempre prodigati affinche' noi comuni mortali potessimo avanzare nel modo piu' sicuro possibile.
Questi ragazzi hanno un gran cuore e coraggio, il tutto condito da una simpatia infinita, durante il cammino ci hanno raccontato storie dei loro avi e della tradizione Sarda, con loro abbiamo condiviso fatica, sudore, timori, cibo, acqua e zanzare, ma sempre con uno spirito positivo e con grande responsabilita' e passione.
Potrei dilungarmi nel raccontare altre avventure  e situazioni capitate, ma non renderanno mai come averle affrontate di persona,so che siamo 
passati in luoghi dove difficilmente altri uomini metteranno piede, perche' sono state varianti risultate un po' troppo 'audaci' e quindi non riproponibili e per questo motivo sono momenti di vita unici ed irripetibili che portero' nel mio cuore per sempre.
Voi rimanete sempre sintonizzati......il cammino non e' finito!  :-)