Tornare a Yosemite dopo 6 anni per gustarne in profondita' lo Spirito che appena riuscii a percepire nell'ormai lontano 2009. Questa l'idea che permea la quattro giorni nel luogo mito per i climber, ma anche primo santuario naturale protetto nella storia.

Il primo giorno lo dedico a ri-scoprire la Yosemite Valley, percorrendo alcuni facili e brevi trails. Dapprima qualche tratto di Cook's Meadow loop, brevi tratti di sentiero nelle estese praterie del fondo valle, da cui si aprono scenari mozzafiato sulle perle di Yosemite: le cascate, l'Half Dome, Sentinel Rock, El Capitan.
Poi il corto itinerario (e pertanto gettonatissimo) alle Lower Yosemite Falls, un primo assaggio della potenza tumultuosa delle acque che, come ormai mi ha abituato il West Americano, sono le vere "autrici" del paesaggio.
Riattraverso Yosemite Village, insieme di servizi sparpagliati tra gli alberi (ma coi consueti ordine e logica americani), per riprendere l'auto e portarmi a Curry Village per un altro "easy trail", il Mirror Lake Loop.
Qui le miglia sono di piu' ma dato il modesto dislivello numerosi sono i frequentatori. Cionostante l'atmosfera non e' mai turbata da eccesso di folla o rumore, anzi sono i suoni della natura a prevalere: lo stormire delle fronde al vento, il fiume Merced che scorre placido nella valle, gli uccelli che numerosi cinguettano (e picchiano come il Woodpicker) nel bosco.
Non mancano momenti di beata solitudine, specie al cospetto della maestosa Nort Wall dell'Half Dome, una muraglia altissima e verticalissima e che pare irraggiungibile.
La serie di mini-trails non puo' escludere le bellissime Bridalveil Falls dal bizzarro fluire sul muro di roccia, dovuto al sempre presente vento di valle.
Completa la giornata una fugace puntata ai meadows antistanti l'idolo dei climbers di tutto il mondo: El Cap. Il prato, ampissimo, quasi non basta a permettere una visione d'insieme dell'immensa Wall... Veramente inafferabile, impossibile da rendere con qualsiasi mezzo artificiale. Nessuna foto o video puo' rendere le sensazioni provate di fronte ad un tale scudo di granito, cesellato da mano di Titano, tagliato come ossidiana da un Gigante primordiale.
E lo sguardo corre ai lineamenti noti, al Nose, agli spigoli, agli scudi, alle fessure e ai paurosi strapiombi sommitali in cerca di piccoli uomini intenti a sfidare quell'infinita parete.

Levata antimeridiana, per colmare un po' di miglia da Mariposa alla Yosemite Valley e per partire presto alla volta del trail alle cascate di Yosemite, valutato "strenous", faticoso. E vista la calura (qui gia' quasi estiva) conviene correre ai ripari. Di buon ora dunque mi ritrovo in una sorta di macchia mediterranea a querce a risalire il ripido ma largo sentiero che risale il verticale fianco della valle. Sprazzi di panorama sulla Valley e sull'Half Dome rallegrano la salita. Poi ci si ritrova d'improvviso in fronte alle Upper Falls: imponenti e altissime, talmente alte da sfrangiarsi e vaporizzarsi in un etereo "mist" nel suo tratto finale...
L'anfiteatro e' grandioso: alte quinte di granito verticalissimo, solcate dall'elegante coda della cascata. S'intravvede un varco, un vallone che punta all'altopiano sommitale (in fondo anche la Yosemite Valley non sfugge alla regola del west dove tutto e' "canyon"...). Ancora un po' di fatica e la sommita' e' raggiunta. Qui la vista si fa estesa, oltre che a strapiombo sulla cascata e sulla valle anche in lontananza sull'High Sierra e le sue cime che sfiorano i 4000 m.
Punto culmine e' Yosemite Point da cui la vista si allarga ancora piu' in la' e consente di apprezzare la serpentina del sentiero di salita e provare la piena soddisfazione di una vetta.

Ancora una volta Sequoie, della varieta' Gigante (come se le Redwoods costiere fossero dei fuscelli...:-), quindi in fondo un deja' vue, eppure l'impressione e l'emozione di fronte a tali pachidermi vegetali e' ancora una volta alle stelle. Sin dal parcheggio nel bel mezzo di un piccolo "grove" di Sequoie.
Poi procedo con una piacevole e non faticosa escursione che con un largo anello si insinua nel cuore di Mariposa Grove e per tappe successive conduce al Wawona vista point. Grizzly, immensita' vegetale, Telescope, vivo nonostante l'interno totalmente cavo, e via dicendo. Piante colossali, dove anche le altre conifere (ad esempio Ponderosa Pine) gareggiano con i giganti del mondo vegetale.
Piccoli ma ben visibili i rappresentati del regno animale, dagli onnipresenti Squirrel, di svariate specie, ai numerosi uccelli che sono una vera e propria colonna sonora del camminare.

Ultimo giorno in Yosemite, dedicato ad un classico del parco, il Panorama Trail con partenza da Glacier Point e, tra saliscendi, ritorno al fondo di Yosemite Valley attraversando valloni sperduti e toccando le magnifiche Nevada e Vernal Falls.
Raggiungo Glacier Point con un "one way trip" in partenza da Yosemite Lodge; alla guida del bus Karen, che ci intratterra' ininterrottamente per tutta l'ora e mezza del viaggio... Un escursus dalla storia di Yosemite (ai tempi dei primi abitatori Awaneechee fino alla nascita del parco per iniziativa di John Muir) alle numerose essenze vegetali (passa in rassegna tutte le varieta' di conifere). Non possono mancare in questo "trattato" le presenze animali che ci vengono non solo illustrate verbalmente ma anche additate dal finestrino del bus...con soste ad hoc nel bel mezzo della strada! Cosi' ci viene indicata una coppia di coyote a sinistra ("a copule of wild dogs...") oppure un gruppetto di cervi al pascolo a destra; mentre nulla da fare per il fantomatico "bear" che si aggira nel bosco in altro tratto lungo il viaggio.
Si giunge quindi a Glacier Point, subito accolti dalla fantastica cupola "affettata" dell'Half Dome.
Qualche foto di rito ai terrazzi panoramici, poi via sul trail che promette di essere davvero "strenous", se non altro per la lunghezza. Il percorso inizia tra boschi radi di conifere che aprono alla vista delle lontane montagne della Sierra Nevada elevata (High Sierra), imbiancate dall'ultima neve, vallate molto aperte dall'aspetto appartato dove quasi pare l'uomo non abbia lasciato segno alcuno di passaggio. Silenzio, solitudine, senso di natura vergine, armonia col creato: queste a parole le sensazioni provate, certo di non poter in alcun modo trasmetterle del tutto.
Ma il cammino e' tutto fuorche' monotono e si passa al bosco piu' fitto, alle Illilouete falls, appena visibili da uno scorcio a picco sul vuoto, mentre si attraversa l'omonimo creek, il piu' classico dei torrenti montani del nord America, immerso in fitte foreste di conifere.
Poi inizia il tratto piu' faticoso (in salita) per superare il versante della valle in cui scorre il Merced formando le Nevada e le Vernal falls. Scorci panoramici sugli ormai familiari punti notevoli di Yosemite sono disseminati lungo tutto quersto tratto, spesso a strapiombo sulla valle, anche se in parte mascherato dalle conifere. L'Half Dome si offre con le sue mille facce, sempre elegante, sempre diverso.
Camminare in totale solitudine incontrando pochissimi altri trekker ogni ora permette incontri di grande emozione; infatti ad una svolta del sentiero, in pieno bosco, scorgo un movimento, quindi un gruppo di cervi giovani che attraversa tranquillamente il sentiero. Si sparpagliano sotto i pini a brucare beatamente le tenere erbette primaverili, per nulla intimoriti dalla mia presenza, ancorche' guardinghi con la coda dell'occhio. Mi fermerei ad osservare, fotografare e filmare per ore, ma il trek e' ancora lungo e non posso permettermelo.
Successiva tappa, dopo ripidi tornanti in discesa sono gli scudi di bianco granito che fanno da scivoli alle Nevada falls.
Da qui in poi l'idillio della solitudine e del silenzio si rompe fino al termine: frotte di turisti attratte dalle bellissime cascate giungono qui dal cosiddetto Mist Trail. E su questo scendo anch'io ammirando i numerosi salti d'acqua, fino alle stupende Vernal Falls, forse le piu' eleganti di tutte le cascate di Yosemite. Un muro regolare di acqua che crea una brezza bagnata ("mist") rendendo tutto e tutti umidissimi, nonche' una vegetazione lussureggiante.
Via via che si scende di quota torna la vegetazione del fondo valle, talvolta di carattere quasi mediterraneo frammista ad altre piante di tipo piu' montano.
Arrivo a Curry Village con le caviglie a pezzi ma con occhi e cuore colmi di immagini e sensazioni. Un pediluvio ristoratore nel Merced e' d'obbligo pero', prima di prendere l'efficientissimo Yosemite shuttle alla volta del village per concludere con una visita al museo e al villaggio indiani (ricostruzione).