L'altopiano della Gardetta e' un magnifico pianoro prativo tra i 2000 e i 2300 metri di quota circa, situato tra belle
guglie calcaree e incuneato tra Valli Maira, Grana e Stura. Noto per l'amenita' del panorama ma anche per la rilevanza geologica e paleontologica (ritrovamenti di orme di dinosauro, vedi
PiemonteParchi), e' il nostro luogo d'elezione per la nostra due giorni montana alla ricerca di relax e frescura.
La scelta e' azzeccatissima; la notte in tenda ci regala fresco, se non freddo, e una stellata come non capita piu' da tempo vicino alle citta': miliardi di piccole luci in un cielo nero pece.
Il giorno dopo e' all'insegna di una placida escursione al rifugio e all'omonimo Passo Gardetta.
L'"alpinista incallito" invece si dedica all'esplorazione di cime dimenticate o poco ricercate, forse per le faticose e ripidissime chine detritiche e le difficolta' gia' alpinistiche. Il Monte Servagno (toponimo neppure presente su alcune cartine) e' per l'appunto una di queste vette: escursinistica fino al suggestivo passo Bonoir che apre la vista sul versante sud dell'Oserot e sul Vallone di Servagno, diviene terreno infido e da ricercare non appena si mette piede sul ripido pendio nord della quota 2650 (a dx del colle Bonoir). Aspro pendio detritico, lo si deve affrontare cercando di salire alla meglio per pietraia e roccette fino a pervenire ad un colletto da cui finalmente si affronta un crestone arrotondato di facile rocce rotte. Alla sommita' inizia la cresta vera e propria diretta alla quota 2711, facile, a tratti aerea ma divertente e molto panoramica. Per giungere al Servagno occorre ancora perdere quota su ripidi detriti (lato sud) e rimontare l'imponente dosso detritico del Monte Servagno (tracce evidenti poco a sud/ovest del filo di cresta). Panorama a dir poco superbo: a nord sul ridente altopiano della Gardetta e della Meja con il Viso torreggiante dietro le nubi, a sud le vallate ancora innevate delle Marittime.
Ritorno con molta cautela, soprattutto nei tratti detritici, assai ripidi e talvolta instabili.
Il pomeriggio, dopo un discreto pasto al rifugio, si conclude con l'infruttusa ricerca delle orme di dinosauro... Ma dove si saranno mai cacciate queste misteriose impronte?