Marcy? Allora per domani, più "alpinata" o più scalata, che dici? Alpinata, senza dubbio!
Parte il toto alpinate, cominciando con alcune idee adatte ad una cordata poco allenata e che si ritrova dopo un anno dall'ultima scalata insieme. Ma si sa, ciacolando dei molti progetti che frullano nella cervice bacata del Pierin, ne salta di certo uno fuori che avrebbe voluto proporre in altre circostanze (leggi: maggiore allenamento fisico e mentale).
Ma ormai il tarlo si è insinuato nella testa di Marcy che all'udire il nome di Guido Rossa per giunta associato ad una via firmata alla Rognosa d'Etiache, semplicemente esulta...
Ormai impossibile ritirare l'idea ed anzi ormai concordi sulla meta ci si rassicura a vicenda, leggendo meticolosamente la relazione.
Eccoci allora a "goderci" quell'ora di fatica sull'instabile pietraia basale e fortuna che la 16 di Marcy ci risparmia il resto del lunghissimo avvicinamento (vedi
quasi vent'anni fa l'avvicinamento per la Re-Roche).
Giungiamo al chiodo con cordino bianco e siamo smaniosi di attaccare: il Pierin si lancia in traverso a sx, dimentico dei dettagli letti e riletti sulla relazione, e portando subitaneamente la cordata fuori via. Cambio al comando, col Marcy che con bei passi di IV ci riporta sulla retta via. Resterà investito del ruolo di capocordata fino al termine, col Pierin ben lieto (una volta tanto

) di farsi scarrozzare su questi IV/IV+ che tutto sanno tranne che di quartini... Terreno verticale e ognitanto veri e propri strapiombetti, non facilmente proteggibili, dove il buon Marcy si destreggia, al suo solito, con tranquillità e mestiere, nonostante la mancanza di allenamento.
L'ambiente è imponente e severo, con lo Spigolo Reale che ci sorveglia dal lato destro (vedi
gita del 2012) e pareti rossastre di quarzite che incombono sopra di noi, imponendo aggiramenti in alta esposizione come da via classica dei mitici anni '50.
Arriviamo all'ultimo bellissimo diedro (IV+?... allora il mio grado è il III) che ci conduce in vetta alla Torre Maria Celeste.
Lustriamo gli occhi con una visuale magnifica di migliaia di vette in ogni dove, con la piramide di Viso a sud, i ghiacciai della Barre des Ecrins a ovest e lassù, verso nord, la calotta glaciale del Bianco e delle Grandes Jorasses. Poi ci dedichiamo ad una mezz'oretta di riposo al caldo sole di settembre.
Ma il tempo stringe e ci sono ancora 5-6 doppie per rientrare alla pietraia e conviene avviarsi per disporre di margine in caso di intoppi. Specie la lunghissima doppia da S5, in parte nel vuoto ma in diagonale, ci crea non poca apprensione e richiede di tirare con tutta la nostra forza le corde... La restanti calate saranno più lisce depositandoci senza intoppi sull'instabile cumulo di detriti basale. Fortunatamente in discesa sarà quasi un divertimento "sciare" , almeno nei tratti con detrito fine.
Avventura conclusa ripassando sotto il pieno della parete a indovinare le altre vie da noi percorse, la Re-Roche e la Mellano.
Ancora un po' di pietraia infame fino al laghetto Patarè (ex) e poi all'auto, quindi breve puntata (in auto) al colle per visitare il nuovissimo bivacco e guardare quel che resta dei ghiacciai del Sommelier.
Infine discesa lunghissima, ma comodamente seduti in auto, ripassando sotto la nostra Etiache...
Bye bye Rognosa