“Colui che vuole viaggiare felice deve viaggiare leggero.” Antoine de Saint-Exupery
Voglia di trekking, selvaggio, avventuroso, di quelli cartina e bussola e via (...anche perche il cell non prende...)
... cosi' la scelta cade su un'altra isola, dopo i "Selvaggi Blu" Sardi, la scelta cade sull'isola del Giglio, nel golfo Toscano.
Trekking affrontato in totale solitudine, i piani prevedevano anche Anna, ma una serie di circostanze familiari hanno fatto si che alla fine io partissi da solo. L'isola del Giglio e' veramente bella, ricca di storia: sotto il dominio Romano della Famiglia dei Domizi Enobardi, era una dei fornitori ufficiali di vino Ansonaco della antica Roma e ancora oggi si possono vedere i magnifici terrazzamenti , eretti piu' di 2000 anni fa', ora in gran parte abbandonati, ma perfettamente intatti e funzionali.
Una curiosita': il nome Giglio non deriva dal fiore né dalla dominazione Fiorentina,ma deriva dalla latinizzazione del vocabolo greco capre Aigylion (àighes significa appunto “capre”) divenne Igilium in epoca romana, Gilium durante il Medioevo... Isola del Giglio ai nostri giorni.
Vittima di scorribande saracene, di cui una delle più disastrose ad opera del Pirata Khair ad-Din detto il Barbarossa, che nel 1544 aveva raso al suolo il paese e deportato come schiavi ben 1000 dei 1200 abitanti dell'isola, ha saputo risollevarsi grazie anche alle miniere di limonite, ematite, pirite , miniere ora chiuse che hanno lasciato spazio al turismo.
Tornata alla ribalta purtroppo con il tragico naufragio della nave da crociera Costa Concordia, di cui ancora oggi si intravedono i lavori di bonifica dell'area del naufragio.
La base di partenza dei mie trekking e' stata la localita' Campese, da qui si snodano gran parte dei sentieri che coprono tutta l'isola.
Spendo due parole riguardo i sentieri, erano pulitissimi e ben mantenuti!! non si vedeva una cicca per terra... qualche neo con i cartelli non sempre chiari, ma considerando che gran parte del lavoro e' stato fatto da volontari, devo dire che e' veramente ben gestita.
Ho diviso l'isola in 3 parti, lasciando la macchina ferma per tutto il tempo, ho scarpinato per tutta l'isola in lungo e in largo, facendo dei percorsi ad anello con ritorno a Campese.
Sull'isola ci sono 3 paesi: Giglio Porto, Giglio Castello nel centro dell'isola e Campese, fine.
Quindi la logistica intesa come cibo e acqua era ...tutta sulle mie spalle, infatti scordatevi di trovare acqua o sorgenti lungo i sentieri, tantomeno cibo...
Quindi carico di acqua, cibo e tanta voglia di camminare parto, ecco una sintetica descrizione dei percorsi con tempi, dislivelli etc, etc...
Voglia di trekking, selvaggio, avventuroso, di quelli cartina e bussola e via (...anche perche il cell non prende...)
... cosi' la scelta cade su un'altra isola, dopo i "Selvaggi Blu" Sardi, la scelta cade sull'isola del Giglio, nel golfo Toscano.
Trekking affrontato in totale solitudine, i piani prevedevano anche Anna, ma una serie di circostanze familiari hanno fatto si che alla fine io partissi da solo. L'isola del Giglio e' veramente bella, ricca di storia: sotto il dominio Romano della Famiglia dei Domizi Enobardi, era una dei fornitori ufficiali di vino Ansonaco della antica Roma e ancora oggi si possono vedere i magnifici terrazzamenti , eretti piu' di 2000 anni fa', ora in gran parte abbandonati, ma perfettamente intatti e funzionali.
Una curiosita': il nome Giglio non deriva dal fiore né dalla dominazione Fiorentina,ma deriva dalla latinizzazione del vocabolo greco capre Aigylion (àighes significa appunto “capre”) divenne Igilium in epoca romana, Gilium durante il Medioevo... Isola del Giglio ai nostri giorni.
Vittima di scorribande saracene, di cui una delle più disastrose ad opera del Pirata Khair ad-Din detto il Barbarossa, che nel 1544 aveva raso al suolo il paese e deportato come schiavi ben 1000 dei 1200 abitanti dell'isola, ha saputo risollevarsi grazie anche alle miniere di limonite, ematite, pirite , miniere ora chiuse che hanno lasciato spazio al turismo.
Tornata alla ribalta purtroppo con il tragico naufragio della nave da crociera Costa Concordia, di cui ancora oggi si intravedono i lavori di bonifica dell'area del naufragio.
La base di partenza dei mie trekking e' stata la localita' Campese, da qui si snodano gran parte dei sentieri che coprono tutta l'isola.
Spendo due parole riguardo i sentieri, erano pulitissimi e ben mantenuti!! non si vedeva una cicca per terra... qualche neo con i cartelli non sempre chiari, ma considerando che gran parte del lavoro e' stato fatto da volontari, devo dire che e' veramente ben gestita.
Ho diviso l'isola in 3 parti, lasciando la macchina ferma per tutto il tempo, ho scarpinato per tutta l'isola in lungo e in largo, facendo dei percorsi ad anello con ritorno a Campese.
Sull'isola ci sono 3 paesi: Giglio Porto, Giglio Castello nel centro dell'isola e Campese, fine.
Quindi la logistica intesa come cibo e acqua era ...tutta sulle mie spalle, infatti scordatevi di trovare acqua o sorgenti lungo i sentieri, tantomeno cibo...
Quindi carico di acqua, cibo e tanta voglia di camminare parto, ecco una sintetica descrizione dei percorsi con tempi, dislivelli etc, etc...
Sviluppo : Km 14,500
Dislivello tot. : +1100 m
Tempo : 8 ore
Dislivello tot. : +1100 m
Tempo : 8 ore
Bell'anello con meta principale il nord del'isola con il Faro di Punta del Fenaio.
Qui capisco subito che la pianifica del percorso e' importante, infatti trovarsi a camminare sul lato ovest nel primo pomeriggio e' stata una cottura a sole lento.... le lucertole mi guardavano dai loro freschi buchetti, domandandosi chi fosse quel "pingone" che camminava li a quell'ora, lezione imparata subito, infatti nelle giornate successive non mi sono fatto piu' fregare, Gadano si, ma con Nesquik!
Qui capisco subito che la pianifica del percorso e' importante, infatti trovarsi a camminare sul lato ovest nel primo pomeriggio e' stata una cottura a sole lento.... le lucertole mi guardavano dai loro freschi buchetti, domandandosi chi fosse quel "pingone" che camminava li a quell'ora, lezione imparata subito, infatti nelle giornate successive non mi sono fatto piu' fregare, Gadano si, ma con Nesquik!
Sviluppo : Km 15,800
Dislivello tot. : +850 m
Tempo : 8.5 ore
Dislivello tot. : +850 m
Tempo : 8.5 ore
Tappa piu' lunga e faticosa in termini di sentiero e traccia, infatti passato il punto "Le Porte" ho camminato per circa 2 ore (solo per l'andata....) in un ambiente completamente selvaggio, no ombra , no civilta', completamente solo, con un sentiero a cui prestare "attenzione" e cartellonistica non sempre precisa, ma con bussola e carta non ho avuto problemi, il bello era anche quello.
Meta principale il faro di Capel Rosso nel sud dell'isola, con le sue splendide scogliere.
Camminando a volte mi sembrava di essere l'unico uomo rimasto sulla terra....
Meta principale il faro di Capel Rosso nel sud dell'isola, con le sue splendide scogliere.
Camminando a volte mi sembrava di essere l'unico uomo rimasto sulla terra....
Percorso piu' breve, lasciato per ultimo per alleviare la fatica sulle gambe, ma bello. Tratto piu' "alpinistico" se si puo' dire cosi' ... infatti ci sono stati dei brevi passaggini di II/III-, simpatici da fare.
Gadan presenti: Papik...e ancora il fantasma di Long John Silver, entrambi alla ricerca di un "tesoro"
Colonna sonora: Un elefante che si dondolava sopra un filo di ragnatela, trovava il gioco molto eccitante, manda a chiamare un altro elefante...
Due elefanti che si dondolavano..... (sono arrivato a 47 elefanti, ndr)
Due elefanti che si dondolavano..... (sono arrivato a 47 elefanti, ndr)
Nota: Camminare da soli, per molte ore, in un ambiente senza esseri umani o civilta' nelle vicinanze, contando solo sulle mie forze, mi ha permesso di pensare, riflettere e....forse ritrovare il me stesso che si era perso nella frenesia odierna...
Commenti: 11/07/2016 - 
Ebbravo il nostro trekker solitario in "missíone" in questa piccola perla del nostro mare!
by 
papik
