Ecco un vallone appartato dove percorrere un itinerario in piena tranquillità sia pur in una domenica di primavera. Un ripido sentiero nel bosco, dove le tracce di antichi terrazzamenti ancora si indovinano, ci introduce nel vallone, che dapprima appare incassato poi, oltre l'omonima borgata ormai diruta, si apre in un magnifico ed ampio pianoro.
Siamo a circa 1800 metri di quota: la solitudine, interrotta solo dal canto degli uccelli e dal fragore lontano della cascata, rende ancora più ameno il luogo. Amelie si gode interminabili bagnetti nel placido torrente e corse sfrenate a caccia delle marmotte (che immancabilmente e per fortuna si rintanano ben prima di essere raggiunte).
Proseguiamo verso il Roc du Col, piccola cuspide di roccia dalla cui sommità (passi di II grado) si ha un ottimo panorama sulla val Chisone.
Ridiscesi al colle si riparte verso il Gran Cerogne seguendo tracce, non sempre evidenti, che tagliano i ripidi pendii sud della montagna. Ogni tanto alcune brevi soste ci permettono di apprezzare il panorama e riprendere fiato, finché perveniamo alla piatta sommità del Gran Cerogne e finalmente si apre la vista sulle cime dell'Assietta: il Gran Costa ancora in veste invernale e la piramide della Testa dell'Assietta offrono un panorama di stampo scandinavo, con ampi altopiani ondulati chiazzati di neve.
Scartata l'opzione di completare l'anello verso ovest, si scende in direzione delle bergerie dell'Assietta le cui pietre ricoperte di lichene hanno assunto un suggestivo colore arancio. Costeggiata a sinistra la cascata del Cerogne, entriamo nel bosco di larici apprezzando dall'alto una visuale completa del bel pianoro di quota 1800.
Qui nuovamente una pausa relax prima di riprendere il sentiero già fatto in salita e rientrare alla bella borgata di Pourrieres per una merenda sinoira.